ANNO 2013
Un nuovo pensiero
Si apre una stagione in cui è chiesto a ognuno e a tutti un supplemento di responsabilità e di speranza
Paolo Bustaffa
“Il mondo attuale, in particolare quello politico, necessita del supporto di un nuovo pensiero, di una nuova sintesi culturale, per superare tecnicismi e armonizzare le molteplici tendenze politiche in vista del bene comune. Esso, considerato come insieme di relazioni interpersonali e istituzionali positive, a servizio della crescita integrale degli individui e dei gruppi, è alla base di ogni vera educazione alla pace”.
Il pensiero di Benedetto XVI, tratto dal suo messaggio per la Giornata mondiale per la pace 2013 è, all’inizio di un anno complesso e impegnativo per il nostro Paese e non solo, la riconferma della scelta antica della Chiesa e dei cattolici di stare con amore dentro la storia: indicazione che il Concilio ecumenico Vaticano II rilancia con rinnovato vigore dopo 50 anni soprattutto ai laici.
Queste stesse parole sono alla base anche delle recenti riflessioni del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che, in perfetta sintonia con Benedetto XVI, aveva richiamato più volte in passato la necessità e l’urgenza di una rinnovata e fattiva presenza dei cattolici in politica: non certamente per favorire interessi di parte ma per promuovere democraticamente quei valori che, nel loro insieme, formano il bene comune, il bene di un popolo e dell’intera umanità.
E la verità della persona è il primo valore, la testata d’angolo, che rende nobile l’impegno politico.
Parole ferme e serene quelle del messaggio per la Giornata per la pace che, nella turbolenza di un confronto elettorale già avviato, diventano un appello sereno e “trasversale” alla coscienza di ognuno e di tutti.
Un richiamo alla responsabilità e alla solidarietà che si fa vibrante di fronte a una crisi che ancora morde e che, se a tratti scoraggia, non esonera alcuno da un supplemento di pensiero, d’impegno e di speranza.
E questo è un dovere morale nei confronti delle generazioni che salgono.
Già ci sono i segnali di una stagione nuova di cui anche la politica dovrà prendere atto. Se con occhi attenti si guarda alla vita della gente, al territorio, ai giovani, si leggono sì la fatica e l’affanno del giorno ma anche s’intravvedono quelle primizie culturali e sociali che annunciano frutti buoni.
Il rischio che il freddo della mediocrità e degli egoismi bruci ciò che sta per aprirsi è tuttavia reale, ma l’onestà, la saggezza e il buon senso di un popolo, che nella sua storia ha saputo superare prove difficili, rendono fiduciosi.
Il pensiero politico nuovo, auspicato dal Papa, ha infine orizzonti ampi e si spinge oltre i pur irrinunciabili confini del nostro Paese per abbracciare l’Europa e il resto del mondo.
L’identità di un popolo è tanto più forte quanto più sa comunicare con altre identità. Non si esce dal tunnel da soli.
Il 2013 può essere davvero l’inizio di una grande e bella avventura. Bisogna crederci come credettero quei nostri “padri” che seppero fare una sintesi politicamente operosa tra fede e ragione in un dialogo permanente con quanti, pur avendo idee diverse, contribuirono a fare grande e forte, non solo economicamente, il nostro Paese.
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