mercoledì 2 gennaio 2013

Cei: da tutta Italia a Lecce, nel nome di don Tonino Bello. Nigeria: a Pompei si è pregato per i marinai rapiti (Izzo)

CEI: DA TUTTA ITALIA A LECCE, NEL NOME DI DON TONINO BELLO

Salvatore Izzo

(AGI) - Lecce, 1 gen. 

Il ricordo dell'opera di pace, a favore degli ultimi, svolta nel suo episcopato da monsignor Tonino Bello, ha caratterizzato la 45esima Marcia Nazionale per la Pace, che si e' tenuta a Lecce la sera del 31 dicembre per iniziativa congiunta della Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza Episcopale Italiana, dell'arcidiocesi di Lecce, della Caritas Italiana, di Pax Christi e dell'Azione Cattolica.
Il titolo della manifestazione, "Beati gli operatori di pace", ripeteva il tema del messaggio di Benedetto XVI per la quarantaseiesima Giornata mondiale della Pace, ma fotografa anche la figura di don Tonino Bello, vescovo della vicina diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e storico presidente di Pax Christi, morto il 20 aprile 1993 in "odore di santita'" come ha riconosciuto la Congregazione delle cause dei santi autorizzando l'avvio della causa di canonizzazione.
A presentarla ai partecipanti  e' stato il vescovo emerito di Ivrea e predecessore di Bello quale presidente di Pax Christi Italia, monsignor Luigi Bettazzi, che in occasione della Marcia di ieri ha offerto la sua testimonianza sul servo di Dio nel convegno nazionale organizzato da Pax Christi a Santa Maria di Leuca. Don Tonino e' stato un vescovo davvero innamorato dell'Eucaristia ed un difensore instancabile dei piu' deboli. Resta memorabile la sua impresa del dicembre 1992, quando gia' gravemente malato riusci' a rompere l'assedio di Sarajevo guidando fin li' la carovana della pace.  "Vedete - disse entrando nella capitale bosniaca - noi siamo qui. Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorira'. Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati".
Monsignor Bettazzi ha citato il diario nel quale quella stessa sera del 19 dicembre di 20 anni fa don Tonino si domandava: "ma in questa guerra allucinante chi ha veramente torto e chi ha ragione? E quale e' il tasso delle nostre colpe di esportatori di armi in questa delirante barbarie che si consuma sul popolo della Bosnia? Sono troppo stanco - scriveva il presule - per rispondere stasera. Per ora mi lascio cullare da una incontenibile speranza: le cose cambieranno, se i poveri lo vogliono".
Monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e successore di don Tonino come presidente di Pax Christi Italia, ha commentato ai microfoni della Radio Vaticana il  Messaggio del Papa, senza ignorare le polemiche che hanno accompagnato nei giorni scorsi la sua diffusione. Istituzione irrinunciabile, la famiglia, ha spiegato, e' la prima cellula di un mondo di pace. Ed e' minata, ha detto, "dall'atteggiamento di egoismo che pervade, in qualche misura, tutti gli atteggiamenti degli uomini e delle donne contemporanei. Tutti siamo segnati da una sorta di dogma vorrei dire 'velenoso' che trova espressione in quella subdola e falsificante esigenza di realizzare se' stessi in solitario, quasi a prescindere dall'altro e dagli altri. Questa falsa idea tocca ogni comportamento umano, ma evidentemente si manifesta nella sua capacita' distruttiva particolarmente nel matrimonio". "In realta' - ha osservato monsignor Giudici - lo constatiamo ogni giorno: senza il rapporto con l'altro nella persona umana non vi e' ne' maturita' ne' gioia ne' pace".
Calorosa e' stata l'adesione da parte delle diocesi italiane alla Marcia della Pace di quest'anno, che, secondo una stima dell'arcivescovo di Lecce, monsignor Umberto Domenico D'Ambrosio, ha visto confluire nel capoluogo del Salento piu' di millecinquecento persone. E mentre i loro coetanei erano alle prese con il tradizionale Veglione, i ragazzi della Marcia hanno scelto di accogliere il nuovo anno nel segno del digiuno per offrire il corrispettivo della cena a favore dei detenuti della Casa Circondariale di Borgo San Nicola di Lecce. 

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NIGERIA: A POMPEI SI E' PREGATO PER I MARINAI RAPITI


Salvatore Izzo


(AGI) - Pompei, 1 gen. 

Nel corso della concelebrazione di ringraziamento di fine d'anno, il nuovo arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, ha invitato i fedeli presenti nel Santuario della Madonna del Rosario a pregare per i marinai rapiti in Nigeria. Gia' da alcuni giorni, sul sito del Santuario, era presente una testimonianza di preghiera per il positivo esito della vicenda dei marinai rapiti. 

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