venerdì 18 gennaio 2013

Elezioni, Radio Vaticana: Cattolici candidati a titolo personale (Izzo)


ELEZIONI: RADIO VATICANA, CATTOLICI CANDIDATI A TITOLO PERSONALE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 nov. 

"Bisogna evitare in tutti i modi di dare l’impressione che una persona che opera in un movimento, in una realta’ ecclesiale, se la porti dietro entrando in politica". 
Lo afferma ai microfoni della Radio Vaticana il politologo cattolico Antonio Baggio, docente di Filosofia politica all’Universita’ Sophia di Loppiano, fondata dal Movimento dei Focolari. 
"C’e’ stata in queste settimane la formazione delle liste e molti sono stati contattati dai partiti, perche’ volevano a tutti i costi che dentro la loro lista ci fosse, ad esempio, il rappresentante del Movimento dei Focolari o dell’Azione Cattolica o degli Scout", sottolinea il politologo osservando che "questo e’ un modo perverso di ragionare, perche’ nessuno dei cattolici puo’ entrare in politica pensando di rappresentare una realta’ ecclesiale".
"Non e’ cosi’ - assicura Baggio alla Radio Vaticana - perche’ non e’ la Chiesa che entra in politica, sono le persone che riportano quello che loro hanno e sono. 
Quindi, bisogna guardarsi bene dall’entrare in politica, dando questa falsa impressione, che ci sia una "ecclesialita’" che entra in politica. Non e’ cosi’. Si entri pure in politica, allora, pero’ avendo cura di non farsi strumentalizzare".
"Noi continuiamo sempre a ripetere, perche’ e’ vero storicamente, che dalla Chiesa - scandisce il politologo
dell’emittente della Santa Sede - viene un nutrimento per la societa’ sia come idee, che come testimonianze e come persone preparate. Quindi, il passaggio da un impegno sociale, dove le persone maturano, ad un impegno politico nelle istituzioni, e’ naturale. Bisogna naturalmente presidiare ambedue gli spazi.
Questi passaggi dal sociale al politico, che sono logici e naturali, e sono la salute stessa della dimensione politica, delle istituzioni, quindi vanno fatti, vanno fatti bene pero’.
Anzitutto, vanno fatti in piena autonomia e come scelta personale di colui che li fa".
"L’idea di base - spiega l’esperto consultato dalla Radio Vaticana - e’ che il cristiano porta in politica la sua capacita’ di amare. 
Tutto cio’ che egli fa, quindi, deve essere amore, come viene chiamato da molti ’amore sociale’". E, conclude il professor Baggio, "Benedetto XVI ha sottolineato tante volte questa scelta importante che il cristianesimo ha fatto nella storia" tutelando la liberta’ del cristiano, "che porta in politica la sua capacita’ di amare, che si costruisce anche nella famiglia, nella Chiesa, e la porta in societa’", con "un linguaggio che non e’ piu’ un linguaggio ecclesiale o un linguaggio confessionale, ma e’ il linguaggio della ragione universale". 

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1 commento:

Andrea ha detto...

Perfetto che il Cattolico in politica sia una persona come le altre, resa più ragionevole e più capace di amare dalla Fede.

Catastrofica la conseguenza, che molti ne vogliono trarre, che il Cattolico possa militare in qualunque partito: anche quelli che storicamente e programmaticamente combattono la Civiltà Cristiana e i princìpi non negoziabili